Sumirago, “Vivi la Fattoria” deve continuare a vivere
SUMIRAGO, 18 giugno 2014 – Gli allevatori dell’APA varesina ci crede ancora e non vuole rinunciare a “Vivi la fattoria”, un progetto che mette in rete 17 aziende agricole e che ormai da 12 anni si è affermato sul territorio e ha coinvolto centinaia di bambini delle scuole del territorio varesino. L’incontro fra aziende agricole, insegnanti delle scuole – di Gallarate, Arcisate, Morosolo, Luvinate, Varese, Sumirago – operatori e funzionari alla Badi Farm di Sumirago ieri mattina aveva proprio lo scopo non solo di presentare e condividere le varie esperienze fatte durante l’anno dai bambini con gli agricoltori, ma anche di far il punto sul progetto e sul suo futuro, senza dimenticare la sesta edizione di Agrivarese in programma per il 21 settembre fra le mille incognite dei tagli che seguiranno al decreto Renzi.
Da un alto dunque la soddisfazione per i genitori perché i bambini hanno così modo ci riscoprire la manualità e l’entusiasmo filando e cardando e tingendo per esempio la lana divertendosi, dall’altro il timore che tutto questo sforzo profuso venga archiviato per la paura e l’incertezza del domani che sta interessando anche il mondo agricolo varesino, sempre più schiacciato dall’urbanizzazione sempre più imbrigliato dalle leggi e dalla burocrazia.
Così nel suo intervento Walter (azienda agricola Ronco Verde di Gabriella von Asboth, di Arsago Seprio) ha sottolineato: “Vivi la fattoria deve continuare a vivere trovando risorse, competenze, ruoli, progettualità. Non manca nulla, compresa la gratuità delle nostre aziende che non ha prezzo. Questo è uno stile di vita e una cultura. Pertanto ci auguriamo che diventino tante le scuole che aderiscono, per un percorso di vita. La scuola deve aprirsi alle aziende agricole, mandate i bambini e gli insegnanti”.
Ferruccio Badi ha rimarcato: “Sinora le scuole sono venute da noi, ora tocca a noi andare nelle scuole portando la nostra esperienza, creando un orto apposta per la scuola, proponendo di adottare un animale della fattoria, creando una connessione wi fi con telecamera che monitori l’animale in crescita… Il decreto Renzi taglia del 50 per cento fondi camerali e la Camera di Commercio presto dovrà adottare a sua volta dei tagli ai progetti. Voi oggi siete invece la testimonianza dell’importanza di queste attività. Dobbiamo farlo sapere. Da 15 anni lavoriamo con le aziende agricole aperte, ora l’importante è creare una sinergia tale per cui questo prodotto possa continuare in futuro”.
Sul fronte dell’ippoterapia e dello sport, esiste una realtà importante come Special Olympics, che consente una perfetta integrazione fra disabilità e cavallo.
Badi ha infatti ricordato il convegno a Laveno Mombello lo scorso anno in occasione della manifestazione “Lago & Cavalli”: “Abbiamo organizzato il primo simposio su cosa significhi l’inserimento di persone disagiate in un contesto agricolo. Ora occorre far capire il nostro ruolo fondamentale nel contesto sociale, cittadino, culturale per il territorio. Le aziende agricole hanno sempre meno spazi in provincia di Varese, la produttività cala di conseguenza e così il reddito. L’ecosistema nel frattempo è sempre più inquinato e non si può tornare indietro, dobbiamo quindi giocare la partita con intelligenza senza fanatismi. “Vivi la fattoria” sta subendo questa mentalità, invece occorre salvaguardare i nostri animali e la nostra provincia. Questo programma ha una importanza strategica: trovare collocazione nel nostro lavoro aiuta ad aumentarne la fruizione e le possibilità”.
L’intervento di Giuseppe Invernizzi (direttoredi APA): “Noi allevatori vogliamo continuare a vivere. Questo progetto di ”Vivi la fattoria” nasce come esigenza dell’allevatore. Non si tratta delle cosiddette “fattorie didattiche”, bensì parte da un concetto diverso: un modo diverso di porsi di fronte alle cose, lasciando la libertà alle persone di poter fare ciò che vogliono trovando soddisfazione e gratificazione, senza imporre un programma didattico prestabilito e rigido. Qual è il problema? Le risorse limitate. Quindi per continuare ci vuole una motivazione. Continuare o meno dipende da noi. Non c’è un ritorno economico immediato, ma è una esperienza per i bambini che ricorderanno per sempre. Cosa faremo l’anno prossimo? Non mi preoccupo, dipende da ciò che faremo quest’anno, facciamo i nostri passi, andiamo avanti. Troveremo un nuovo modo di farlo”.
Sul futuro di Agrivarese, vale dunque lo stesso principio: meno risorse, ma più entusiasmo e motivazione possono aiutare a far crescere una manifestazione che da sei anni registra un trend sempre più positivo.
Invernizzi ha spiegato: “Il 21 settembre saremo ancora a Varese ai Giardini Estensi e in piazza Monte Grappa, con una impostazione simile al 2013; è stata prevista ancora l’area dedicata ai mestieri e ai piccoli animali, forse ci sarà qualche stand in meno”.
Infine per Expo 2015 il messaggio del mondo agricolo sarà rivolto ai bambini e sarà contro lo spreco del cibo. Il Club di prodotto Cavallivarese è dunque uno strumento in più per legare insieme molte realtà.
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